Per Zelensky e la NATO

Per Zelensky e la NATO il tempo sta per scadere

Martin Jay

Pochi, se non nessuno, tra gli opinionisti occidentali si chiedono “se sta andando bene, perché la richiesta immediata di adesione alla NATO? Dov’è la crisi?”. Per Zelensky e la NATO il tempo sta per scadere

La NATO può aspettarsi di sopravvivere alla sua politica di escalation di dogmi ciechi nel lungo termine o affrontare un periodo di declino, persino di esaurimento? Sembra inverosimile? No, se si esamina la cronologia degli ultimi due anni e si osserva la direzione verso cui si sta dirigendo questo conglomerato di macchine da guerra sotto la guida di Washington.

A Vilnius ci si aspetta che crediamo che, nonostante l’offensiva estiva sia andata bene per l’esercito ucraino – una menzogna perpetuata dai media occidentali -, all’Ucraina debba essere concessa la piena adesione alla NATO. L’isteria che si legge negli occhi di Zelensky, che chiede questo, è piacevole. Ma pochi, se non nessuno, degli opinionisti occidentali si chiedono: “Se le cose stanno andando bene, perché la richiesta immediata di adesione alla NATO? Dov’è la crisi?”.

La vera ragione per cui Zelensky ha chiesto questo, così come i Paesi dell’Europa dell’Est hanno parlato di mettere i propri soldati sul campo, semplicemente, equivale alla stessa conclusione. La guerra non sta andando affatto bene per l’esercito ucraino che, anche secondo le stime più gentili e conservatrici, ha perso almeno 150.000 uomini. I generali statunitensi in pensione, in contatto con gli osservatori militari sul campo, stimano questa cifra fino a 250.000, mentre i media ucraini di Kiev non forniscono alcun dato serio in merito.

Il problema di Zelensky è duplice. Ha annunciato al mondo che sta per iniziare un’offensiva estiva, che non è iniziata male: ha fatto un buco nella Linea Maginot, che la Russia ha disseminato di mine, e ha conquistato alcuni villaggi. Un buon materiale video per i giornalisti dei call center ucraini che prendono ordini dall’ufficio stampa di Kiev che controlla dove possono andare e cosa possono raccontare. Ma il dettaglio minore di ciò che non riportano è la vera storia.

L’esercito ucraino è così carente di personale e di risorse e i suoi uomini sono così tristemente sotto addestrati che il ritmo e la velocità con cui perde hardware militare è spaventoso. Le brigate vanno in battaglia a bordo di veicoli blindati con il supporto dell’artiglieria e vengono spazzate via a una velocità impressionante. In un solo giorno, secondo un rapporto, 16 veicoli blindati Bradley sono stati colpiti e bruciati o semplicemente abbandonati dalle forze ucraine.

Per i funzionari del Pentagono che stanno esaminando i loro rapporti di intelligence, questo dovrebbe essere preoccupante, dato che questa perdita rappresenta un quarto di tutti i Bradley dati agli ucraini. È questa rapidità delle perdite materiali a preoccupare Zelensky e le élite occidentali. Esaminano i dati e quando vedono minuscole vittorie simboliche, come i villaggi recentemente conquistati, non festeggiano. Guardano semplicemente le perdite e fanno i conti.

Per quanto tempo ancora potrà esistere l’esercito ucraino? Zelensky sa fin troppo bene che ha bisogno di almeno 2-300.000 uomini in più e dei carri armati e dei mezzi corazzati che li accompagnano per avere un qualche impatto. Lui, insieme ai capi della NATO, sa anche che se si sta lontani dalle linee nemiche e non si fa nulla, ogni giorno che passa la credibilità diminuisce, soprattutto se si è appena annunciato al mondo che si sta per iniziare una massiccia offensiva.

È proprio questo il tema del prossimo vertice della NATO. Come inviare a Zelensky molto, molto più kit, ma anche gli uomini per accompagnarlo. Non ci sono molte opzioni. O inviare truppe dai Paesi dell’Europa orientale, che non saranno protette dall’articolo 5 della NATO, in quanto dovrà essere chiaramente dichiarato che si stanno recando sul posto non sotto un mandato NATO. Buona fortuna nel pretendere che i militari russi rispettino una simile assurdità. In alternativa, si può considerare la possibilità di creare gruppi di mercenari composti da soldati in pensione dei Paesi della NATO.

I media occidentali ci deludono in pieno quando non riportano notizie non confermate di piani di Washington per supervisionare un programma che consente a un appaltatore privato della difesa di reclutare piloti in pensione dell’aeronautica statunitense per volare in Ucraina. Questa è l’ultima idea cervellotica che è destinata a far crescere ulteriormente la guerra e a spingere la NATO ancora di più nella buca che si è scavata – e continua a scavarsi – da sola.

Quando a ottobre subentrerà un nuovo capo della NATO, quasi certamente il britannico Ben Wallace, che ha dimostrato una notevole devozione nei confronti di Biden e del racket della guerra (l’unica qualifica importante per l’incarico), potrebbe trovare la credibilità e la posizione della NATO ai minimi storici, mentre la posta in gioco della guerra si alza ulteriormente.

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Il problema della NATO e di Zelensky può essere riassunto in una parola. Tempo. Non hanno tempo dalla loro parte perché la macchina da guerra in Ucraina, su cui nessun cittadino di nessun Paese occidentale è stato consultato, sarà portata a un nuovo livello, che farà sembrare i 130 miliardi di dollari che gli Stati Uniti hanno investito finora come mangime per polli.

La NATO sta passando a un nuovo livello e sta preparando il mondo occidentale, attraverso un lavoro mediatico molto ben fatto, a una nuova guerra con una posta in gioco più alta e un numero maggiore di vittime. Purtroppo, a causa del numero molto basso di uomini e di equipaggiamenti, l’unico modo per andare avanti è quello di utilizzare l’hardware esistente della NATO che gli Stati membri hanno, piuttosto che le attrezzature in eccedenza che possono essere donate. Le scorte sono ormai al minimo per la maggior parte dei componenti principali utilizzati in guerra, così pericolosamente basse che molti Paesi della NATO non hanno più attrezzature da inviare e non le hanno nemmeno pronte sulla linea di produzione.

Quindi, piuttosto che parlare di una grandiosa “offensiva estiva”, abbiamo invece una tregua estiva. E potrebbe rimanere così per almeno 6-12 mesi prima che anche solo il rifornimento di attrezzature possa ricominciare. Non lasciatevi ingannare dal discorso sugli F16. Se i membri europei della NATO li doneranno, si tratta di numeri molto, molto bassi, forse un paio di aerei belgi, ormai obsoleti, di soli 20 esemplari; forse uno della flotta olandese, più moderna, di 40 esemplari. Ma l’addestramento, che secondo quanto ci è stato detto potrebbe durare anche solo tre mesi, in realtà è più vicino ai nove, se si considerano le discipline aria-aria e aria-terra.

Per Zelensky e la NATO

President Zelenski awarded Ukrainian defenders and presented battle flags to military units. | Di dominio pubblico

Zelensky e le élite occidentali che dicono di sostenerlo sanno che il tempo sta per scadere. Per loro la soluzione è rapida. E l’unica soluzione rapida è come trovare presto 100.000 soldati per il tritacarne ucraino. Aspettatevi un “attacco” a una centrale nucleare in Ucraina pochi giorni prima del vertice della NATO, con la Russia incolpata dai media occidentali, con articoli che riportano lo stesso Zelensky come esperto principale e imparziale.

Ora siamo al punto in cui gli attacchi false flag sono l’unica strategia rimasta o per spingere le sue 12 brigate di vecchi (circa 50.000 soldati di riserva) verso la trappola che la Russia ha preparato per loro. Una cosa è sfondare i campi minati lungo la linea del fronte, un’altra è ritirarsi attraverso lo stesso percorso.


Fonte: Strategic Culture Foundation, 20 giugno 2023

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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