Era Giusto. Era Bartali. E lei lo porta in scena.
È il teatro degli eroi del ciclismo.
Spesso eroi non per caso.
Spesso eroi nella vita, di cui il ciclismo è perfetta metafora.
Una storia rimasta nascosta per 70 anni.
Una storia che vale anche oggi.
Che vale per tutti, uomini e donne, appassionati di sport oppure no.
Una storia necessaria.
Gino Bartali, a soli ventiquattro anni, incarna il ciclismo eroico degli anni ’30. Protagonista assoluto, ha un grande sogno: vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno. Ma la Storia, incarnata nel Fascismo, entra prepotentemente a cambiare per sempre la sua carriera: la sua vita sportiva viene piegata ai voleri e alle mire del Duce, che vede in Gino Bartali l’ambasciatore azzurro del fascismo nel mondo… Ma Bartali non ci sta, ed è qui che inizia la pagina meno nota della vita di Ginettaccio, che aderisce come staffetta alla rete clandestina organizzata dall’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa. Una corsa giusta, nella speranza che il mondo cambi e ritrovi il suo senso.
Per parlare dell’Italia e degli italiani al tempo del fascismo, della fatica dello sport e del silenzio delle azioni più coraggiose. Per raccontare la vita di un campione sportivo, ma soprattutto di un uomo che ha scelto da che parte stare.
Finalista PREMIO EXPERIMENTA 2018
La storia di Gino Bartali è una storia sconvolgente. Perché è una storia personale, che lui, campione sportivo e personaggio pubblico, non ha mai voluto raccontare. Neppure alla sua famiglia. Uomo cattolico e praticante, terziario carmelitano e devoto alla Madonna, ma anche burbero toscanaccio. Così lo ricordano in tanti. Solo al termine della sua vita ha affidato, come un testamento morale, la sua storia nascosta. L’ha raccontata al figlio Andrea, perché ne custodisse la memoria e la rendesse visibile.
Così, dopo 70 anni, ora il mondo sa che Gino Bartali, ha nascosto una famiglia intera di ebrei perseguitati nella sua cantina, e ha fatto parte di una rete clandestina che ha salvato più di 800 persone. Con la sua scelta silenziosa ha testimoniato come si compiono le opere di misericordia: condividendo, compatendo, rischiando di persona e senza timore. Una storia che Bartali ha sempre tenuto nascosta, perché “il bene lo si deve fare ma non lo si deve dire, che se lo dici si sciupa”.
Crediti
con Federica Molteni
produzione: Luna e GNAC Teatro
regia: Carmen Pellegrinelli
scenografie: Michele Eynard
foto di scena: Andrea Crupi- Spazio CAM Bergamo/ Alessandra Merisio
età: pubblico adulto ( o dagli 11 anni)
durata: 1 ora
debutto: 2016
tecnica utilizzata: monologo
tratto da: La corsa giusta di Antonio Ferrara- Ed. Coccole Books
Con il PATROCINIO di:
ANPI Provinciale di Bergamo
Caritas Diocesana di Bergamo
FIAB- Federazione italiana amici della bicicletta Onlus
Organizzazione:
Luna e GNAC Teatro
www.lunaegnac.com
persona di riferimento: Federica Molteni
mail: info@lunaegnac.com
mobile: +39.328 9079108
Biglietto di ingresso: Intero 10 euro; ridotti 8 per studenti
Info:
Posti limitati
Per prenotazioni scrivere a direzione@serenoregis.staging.19.coop con oggetto “Prenotazione Bartali” indicando nome cognome e numero di posti prenotati.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!