A seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 marzo 2020 l’evento è rinviato a data da destinarsi.
Sabato 18 aprile 2020 alle ore 17 – presso la Sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis – si terrà un incontro dal titolo: Nicola and Bart. A 100 anni dall’arresto di Sacco e Vanzetti.
In occasione del centenario dell’arresto di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti un incontro di letture e immagini che ripercorre le principali tappe della vicenda dei due anarchici italiani, condannati alla pena capitale negli Stati Uniti e morti sulla sedia elettrica il 23 agosto del 1927, al termine di un caso politico-giudiziario che fece epoca.
Le letture saranno interpretate da alcuni componenti del gruppo di lettura Leggistorie (Walter Cassani, Anisia Gallo, Mario Gallo, Giovanni Padua).
Per informazioni. Tel.: 011532824, mail: biblioteca@serenoregis.staging.19.coop
Il 5 maggio del 1920 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due italiani di idee anarchiche, vengono arrestati con l’accusa di essere gli autori di una rapina compiuta 20 giorni prima nei dintorni di Boston e conclusasi con la morte di due persone.
Il processo che seguirà terminerà nel luglio dell’anno seguente con un verdetto di colpevolezza e la conseguente condanna a morte. Molti sono però i dubbi, riguardano innanzitutto una controversia perizia balistica relativa alla pistola posseduta da Sacco e la labilità dei testimoni che asseriscono di averli riconosciuti il giorno della rapina, a fronte di molte testimonianze circostanziate a loro favore, trascurate e anche messe in ridicolo se provenienti, come nella maggior parte dei casi, da altri italiani.
Nell’aula giudiziaria sembra infatti affacciarsi un sentimento di rivalsa teso a condannare a priori i due imputati, innanzitutto in ragione delle loro idee politiche radicali, ma anche per l’appartenenza etnica. Negli Stati Uniti del primo dopoguerra, funestati da un aumento della criminalità ordinaria, prende corpo e si diffonde la cosiddetta Red Scare, la paura di una rivoluzione anarchica e comunista, posizioni spesso considerate alla stregua di un indistinto nucleo di ribellione contro l’ordine costituito. È in questo clima che trova origine e si svolge la vicenda di Sacco e Vanzetti.
La risonanza del caso, anche in ragione della sua valenza simbolica, con il passare del tempo crebbe sino a dare vita a un vero e proprio affaire politico-giudiziario internazionale, paragonabile forse solo alla vicenda del capitano Dreyfus nella Francia di fine Ottocento.
Nonostante molti dubbi sulle modalità processuali abbiano cominciato a farsi strada in una porzione dell’opinione pubblica americana e nella stampa (persino in quella più conservatrice), e nonostante il moltiplicarsi di manifestazioni di protesta in varie parti del mondo e di appelli in favore della loro liberazione, le mozioni per l’apertura di un nuovo processo non verranno accolte e il 23 agosto 1927 i due anarchici saliranno sulla sedia elettrica.
Passati cinquant’anni esatti il governatore del Massachusetts, Michael Dukakis, firmerà un proclama nel quale viene riconosciuto il clima di pregiudizio e sospetto razziale che caratterizzò quell’epoca e quel processo, e in cui si auspica che «ogni stigma ed onta venga per sempre cancellata dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, dai nomi delle loro famiglie e discendenti».
Sacco e Vanzetti sono diventati quasi un mito pop del Novecento: cantati da Joan Baez e Woody Guthrie, raccontati in moltissimi libri, ricordati in film e documentari, paradigma delle battaglie contro la pena di morte e l’ingiustizia delle istituzioni statali. In occasione del centesimo anniversario del loro arresto, da cui l’intera vicenda ebbe inizio, il Centro Sereno Regis organizza un reading con l’obiettivo di ripercorrere i tratti salienti di questa storia e alcuni aspetti del contesto politico e sociale nella quale si è svolta. Un itinerario di letture che, accanto alla voce in prima persona dei due anarchici, ci permetterà di ascoltare alcune testimonianze di chi, a partire da alcuni noti scrittori e pensatori (fra gli altri John Dos Passos, Upton Sinclair, Walter Benjamin…), all’epoca si trovò coinvolto in questo caso, insieme ad altri documenti utili a inquadrare l’intera vicenda e il suo significato storico.
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