Il giornalismo embedded de “La Stampa” in Palestina (Zambon, Francoforte 2017). Con l’autore, presenterà e commenterà il libro Amedeo Cottino – Università di Torino | Centro Studi Sereno Regis. Seguirà dibattito.
Hasbarà, non è un termine immediatamente traducibile in italiano; può indicare semplicemente l’informazione, più sovente è riferito alla cattiva informazione; è anche un eufemismo riferito alla spiegazione collettivamente accettata della realtà, nella versione più radicale si può tradurre anche propaganda. “Il muro della Hasbarà” propone un’analisi critica del modo in cui il giornale “La Stampa” racconta ai suoi lettori il conflitto israelo-palestinese. Amedeo Rossi prende in considerazione episodi eclatanti del conflitto: le operazioni militari contro Gaza “Piombo fuso” e “Margine protettivo” e l’attacco alla nave “Mavi Marmara”, per passare ad analizzare come il giornale racconta il contesto in cui questi fatti andrebbero inseriti.
In particolare. l’autore ha preso in considerazione come vengono presentati gli attori (politici e società civile palestinesi ed israeliani); se e come viene raccontata la situazione determinata dall’occupazione israeliana nei Territori occupati e a Gaza; come vengono descritti gli episodi di violenza e di terrorismo da una parte e dall’altra; come sono state date le informazioni sul cosiddetto “processo di pace”; quali notizie e come sono state date per quanto riguarda le reazioni in Italia agli avvenimenti in Israele/Palestina.
Il testo mette a confronto quanto pubblicato da “La Stampa” con le informazioni, i dati e i punti di vista delle posizioni palestinesi e filo-palestinesi: fonti terze (organizzazioni dei diritti umani israeliane, palestinesi e dei diritti umani, agenzie dell’ONU, ecc.) o citazioni che si possono ricavare dalla lettura di saggi, soprattutto di studiosi israeliani, palestinesi e di Paesi non direttamente coinvolti nella vicenda, in molti casi di religione ebraica ma che ne hanno scritto con una prospettiva filo-palestinese critica nei confronti di Israele. L’analisi riguarda le scelte linguistiche, la presentazione delle differenti versioni dei fatti, lo spazio riservato alle fonti ufficiali delle parti in conflitto e/o di fonti terze.
Le conclusioni approfondiscono il contesto storico, politico e sociale, soprattutto in Israele e, partendo da un articolo scritto dall’antropologo israeliano Jeff Halper, spiegano le ragioni per cui le politiche messe in atto da Israele contro i palestinesi dovrebbero interessare un’opinione pubblica più vasta, sia perché Israele sta modificando nei fatti, a scapito dei più deboli, le norme del diritto internazionale che regolano i conflitti, sia perché le armi, le pratiche repressive e il contesto giuridico “prodotti” nel conflitto israelo-palestinese sono progressivamente esportati nel resto del mondo.
Amedeo Rossi vive a Torino. E’ laureato in Lettere moderne all’Università di Genova. Ha frequentato un master in Storia e Scienze sociali a Buenos Aires. Ha insegnato lettere nelle scuole medie e superiori, poi ha lavorato nella cooperazione internazionale e per 10 anni ha partecipato a ricerche sul campo su temi riguardanti l’immigrazione. Da circa 6 anni si occupa di questioni relative al conflitto israelo-palestinese. Ha scritto il capitolo Risorse idriche, colonialismo di insediamento e conflitto israelo-palestinese nel libro Guerra all’acqua. La riduzioje delle risorse idriche per mano dell’uomo a cura di Alessandro Maugeri edito nel 2016 da Rosemberg e Sellier.
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