Manodopera di Alain Ughetto (2022, 70’), nell’ambito di Ragazzi in Città 3 e Barriera a cielo aperto, appuntamenti per un’estate senza confini. Il film ha vinto l’ultima edizione del Premio gli occhiali di Gandhi assegnato dal Centro Studi Sereno Regis nell’ambito dell’ultima edizione del Torino Film Festival.
“Sei italiano? Hai documenti? Sai costruire un muro? Sarai muratore!”
Luigi Ughetto e i suoi fratelli lasciano il villaggio di Ughettera, la terra degli Ughetto nel loro Piemonte natio, per scoprire “La Merica”, questo favoloso paese dove i dollari crescono sugli alberi… Ma invece dell’America, è in Provenza che Luigi pianta radici. E con le sue mani, che non potevano più lavorare una terra diventata sterile, costruirà le strade, i ponti e le dighe della Francia.
Luigi era mio nonno, un uomo dal destino romanzesco che ha affrontato due guerre, la miseria e il fascismo, prima di incontrare Cesira e mettere su una famiglia cresciuta all’ombra del Tour de France e della fisarmonica di Yvette Horner. Ma la sua storia è, prima di tutto, la storia di centinaia di migliaia di italiani, migranti che hanno lasciato la loro patria per stabilirsi in Francia.
Manodopera rende omaggio alle mani al lavoro, quelle di mio nonno, di mio padre e delle generazioni di lavoratori che ci hanno preceduto. Anche alle mani delle donne, come mia nonna. Mi ricordo di questo gesto rapido del pollice che faceva scivolare delle palline di purea di patate sul retro di una forchetta, e gli gnocchi si ammucchiavano sempre più. Voglio catturare questi gesti, ridare loro vita. I loro movimenti, precisione e bellezza. Immagino un lavoro in cui riprese dal vivo e animazione in pasta modellabile si alternano, le mie mani e quelle di una donna anziana, che ricordano quelle di mia nonna. Voglio creare una sorta di complicità visiva tra le mie mani e le sue.
Ho necessità di dare un corpo a questo soggetto, perché questo documentario trae la sua forza dalla violenza di una storia vera. Mani che non giocano, ma lavorano. Mani immerse in una materia malleabile. È questo il modo in cui questa storia deve essere raccontata.
Quattro scuole secondarie di primo e secondo grado della città di Torino, tre associazioni culturali, due formatori d’eccezione e tante proiezioni diffuse che hanno coinvolto studenti e docenti generando molteplici idee e storie da raccontare.
È questo il punto di partenza della terza edizione del progetto Ragazzi in città – la cui restituzione pubblica avrà luogo il 27, 28 e 29 giugno a Torino – che, nella primavera 2023, si è rivolto alle scuole Alvaro-Gobetti di Mirafiori, G.B. Viotti di Barriera di Milano, Convitto Nazionale Umberto I e Liceo Scientifico Einstein. Studenti e docenti hanno seguito un percorso di educazione all’immagine che è stato arricchito dagli interventi del regista Giovanni Piperno (tra i suoi film principali L’esplosione del 2003, Il pezzo mancante del 2010 sulla famiglia Agnelli e il pluripremiato Le cose belle co-diretto con Agostino Ferrente nel 2013) e dello sceneggiatore Pier Paolo Piciarelli (autore tra gli altri di Zoran del 2014 e della fortunata serie tv Imma Tataranni – Sostituto procuratore) che hanno mostrato i loro lavori tra fiction e documentario girati con adolescenti di Roma, Sassari e Napoli. Nel dialogo con allieve e allievi sono emersi e sono stati affrontati temi importanti come i sogni e bisogni delle nuove generazioni, l’identità, la memoria del territorio, la nonviolenza, l’immigrazione e l’ambiente. E Piperno e Piciarelli hanno realizzato presso la scuola Viotti il cortometraggio La triste storia del maranza (Italia 2023, 10′) che verrà presto presentato in anteprima nella seconda serata del punto di arrivo di Ragazzi in città, la restituzione pubblica dei risultati del percorso di formazione in programma il 27, 28 e 29 giugnoal Centro Studi Sereno Regis con Manodopera di Alain Ughetto; all’Arena Monterosa con La triste storia del maranza e Trash di Luca della Grotta e Francesco Dafano; a Cascina Roccafranca con la proiezione conclusiva di Tomboy di Céline Sciamma.
Il progetto Ragazzi in città 3 è curato da Associazione Museo Nazionale del Cinema, Centro Studi Sereno Regis e Unione culturale Franco Antonicelli ed è realizzato nell’ambito del piano nazionale Cinema e Immagini per la Scuola.
