Una serata di storie di acqua, di terra e di confini, per riflettere sul fatto che le migrazioni sono spesso il frutto dell’estrema disuguaglianza nella distribuzione delle risorse sul nostro pianeta, della produzione e della vendita di armi, della tragica gestione dei confini tra gli stati.
La scelta della data del 3 ottobre pur essendo casuale, è modo di fare memoria del naufragio dell’imbarcazione libica, che 5 anni fa, a poche miglia da Lampedusa, provocò la morte di 368 persone e circa 20 dispersi presunti. I superstiti furono 155, di cui 41 minori (uno solo accompagnato dalla famiglia).
Programma della serata:
Black Fabula progetto Teatro Senza Confini, “Schegge di Africanitudine”. Ideazione e regia di Beppe Gromi.
STORIE D’ACQUA. Perché il palcoscenico non sia mai soltanto terraferma. A cura del Laboratorio Teatrale Amaldi-Sraffa. In scena i ragazzi del Laboratorio Teatrale Amaldi-Sraffa. Drammaturgia e regia: Francesca Rizzotti e Tiziana Ventura
L’idea della partenza, dell’abbraccio che sa di assenza. L’idea del camminare di uno solo, e del camminare di molti. L’idea del ripensamento, della paura, ma che poi si prosegue. La voce del mare piatto, e poi della burrasca. L’idea del ricordo, che si tramuta in pianto. Ma anche della speranza, che sopravvive.
Storie d’acqua: storie di migranti che attraversano il Mediterraneo. Sappiamo che aumentano di giorno in giorno le reazioni di insofferenza a questo tema, ma noi non vogliamo cadere nella trappola dell’indifferenza e proprio per questo avvertiamo l’esigenza di parlarne ancora, ancora e ancora. Non ci è concesso di abituarci all’ingiustizia, alla sofferenza di un fratello e di una sorella, alla morte di sogni e di bambini. Vogliamo restare svegli.
Presentazione del progetto di Micro Accoglienza Diffusa (MAD) del Comune di Avigliana, ente capofila insieme ai comuni di Almese, Buttigliera, Condove, Novalesa, Sant’Ambrogio, Sant’Antonino, Susa; Borgone, Caselette, Chianocco, Chiusa di San Michele, Mattie, Mompantero, San Didero, San Giorio, Villar Dora e Villar Focchiardo, Caprie e Vaie.
Il progetto nasce da un protocollo frutto della concertazione avviata con la Prefettura da parte di venti Comuni della bassa Valle di Susa, che è culminato con la firma di un protocollo d’intesa stipulato il 14 maggio del 2016 per l’accoglienza di 112 persone. Il protocollo “per l’accoglienza diffusa in Bassa Valle di Susa” è stato dichiaratamente ispirato al sistema nazionale Sprar del Ministero dell’Interno e all’esperienza di micro accoglienza sperimentata fin dal 2011 in Val Brembana a Breno (BS) che coinvolge più Comuni e soggetti del privato sociale. Il protocollo in sintesi prevede che i Comuni diano volontariamente la disponibilità ad accogliere richiedenti asilo e rifugiati ripartiti in piccoli numeri (da un minimo di quattro a un massimo di dodici).
Intervento della Route di Jerusalem con la presentazione del progetto “Traccia la tua strada”.
André Haime, uomo di pace, più di 40 anni fa ha aperto un cammino che da casa sua nel nord della Francia lo ha condotto verso Gerusalemme alla ricerca delle idee comuni su cui i popoli che abitano quella tormentata parte di mondo possono costruire la Pace. Dopo di lui, grazie all’associazione che ha fondato Route de Jerusalem – Ecole de la Paix molti giovani si sono diretti verso Gerusalemme con la stessa intenzione cercando e trovando dialogo, spargendo i semi di una pace che si può costruire solo passo dopo passo.
Il progetto Traccia la tua Strada – Trace ta Route è un progetto che nasce reinterpretando quell’idea. Nell’impossibilità di fare tutto il cammino a causa della guerra in Siria, i “figli” dei camminatori dell’associazione RdJ vogliono aprire delle “Piccole Strade” che attraversino i confini dall’Europa a Gerusalemme – in senso letterale e metaforico – identificando per ogni frontiera il conflitto o le questioni problematiche che la sua presenza ribadisce. Questo in attesa di riunire tutte le tappe e ritornare più “vicini” di prima fino a Gerusalemme, città simbolo, oggi della discordia e dell’ingiustizia, domani di una pace ritrovata. A oggi l’esperienza si è ripetuta due volte (l’anno scorso e quest’anno) attraverso il confine franco-italiano all’altezza di Ventimiglia, territorio “simbolo” e “laboratorio” dove si giocano i conflitti di quest’epoca e tormentata parte di mondo.
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