Dialogano con l’autore e con il pubblico
- Angela Dogliotti – presidente Centro Studi Sereno Regis
- Gianni D’Elia – IPRI-Rete Corpi Civili di Pace
- Paolo Candelari – Movimento Internazionale della Riconciliazione
La sfera culturale, spesso distorta per alimentare ostilità e conflitto, può costituire nondimeno un potente fattore di soggettivazione e di legame.
Il riconoscimento dei giacimenti culturali e la valorizzazione dei “luoghi della memoria”, punti di sedimentazione delle memorie collettive, assurgono altresì a occasioni preziose, contro l’oblio e lo spaesamento, per costruire la pace e la condivisione attraverso le culture.
Nella prospettiva del «culture-oriented peace-building», attraverso il Mediterraneo, nei Balcani, nel Kosovo post-conflitto, contenuti e significati, in essi racchiusi, riverberano, per il futuro, messaggi di convivenza e di giustizia.
Il saggio, prodotto nel quadro della ricerca-azione PRO.ME.T.E.O. (PROductive MEmories to Trigger and Enhance Opportunities), indaga la triangolazione tra memorie, culture e pace.
Nell’azione costruttiva per la pace, in termini di “pace con giustizia”, il «culture-oriented peace-building», la rigenerazione della pace a sfondo culturale, costituisce una misura decisiva.
Sul terreno culturale si gioca, infatti, il confronto delle identità, multiple e cangianti, e si dipana la sfida del superamento dei conflitti etno-politici.
Nello scenario europeo e mediterraneo, spazio continuo di città e comunità, di conflitti e di attraversamenti, i Balcani, insieme nucleo e limes d’Europa, svolgono polifonie di voci e di culture, ricche di potenziali di pace, e riverberano possibilità di inclusione e di convivenza.
In copertina
Scenario della Oda, la sala degli incontri della tradizione albanese, simbolo di cultura della accoglienza e della ospitalità, presso il Museo Etnografico (Muzeu Etnologjik) Prishtina, Kosovo.
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