Giuliano Pontara ha insegnato filosofia pratica all’università di Stoccolma per oltre trent’anni. Ha pure insegnato come professore a contratto in varie università italiane. Dal 1993 al 2004 è stato presidente del comitato scientifico e direttore della International University of Peoples’ Institutions for Peace- IUPIP, di cui è stato uno dei fondatori. In pubblicazioni in italiano, inglese, svedese e alcune tradotte in spagnolo, inglese e francese si è occupato di problemi centrali di filosofia morale e politica.
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Quale pace? Presentazione del libro di e con Giuliano Pontara
mercoledì 1 Febbraio 2017 | ore 18.00 - 20.00
Edito da Mimesis, con i docenti dell’Università di Torino, Luigi Bonanate, Relazioni internazionali, Roberto Burlando, Politica economica, Amedeo Cottino, Sociologia del diritto e Gianluca Cuozzo, Filosofia teoretica
Pace e guerra, violenza e nonviolenza, giustizia economica e benessere sociale sono i temi dei sei saggi raccolti nel volume.L’autore analizza alcuni problemi centrali per risolvere quegli ostacoli che mettono a repentaglio interessi e diritti basilari, presenti e futuri.
Quattro fenomeni profondamente interrelati costituiscono gravi ostacoli a una pace stabile a livello mondiale e mettono a repentaglio interessi e diritti basilari di generazioni presenti e future: l’escalation della violenza; il constante approfondirsi delle disuguaglianze nella distribuzione di risorse e potere; il crescente aumento della temperatura del pianeta e il conseguente degrado ambientale; il forte aumento dei flussi migratori nel mondo con decine di milioni di persone che fuggono dai massacri, dalle persecuzioni, dalla povertà cronica. Nei sei saggi raccolti in questo volume, Giuliano Pontara, argomentando che la guerra moderna è ingiustificabile, e che non si esce dal vortice della violenza con ulteriore violenza, esplora e analizza alcuni problemi centrali riguardanti la nozione e le vie della pace: dalla istaurazione di un governo mondiale democratico alla nonviolenza attiva, fino ai fattori istituzionali e alle forze situazionali che ne favoriscono o impediscono l’applicazione; memore del detto kantiano per cui, pur non sapendo “se la pace perpetua sia una cosa reale o un nonsenso […] dobbiamo agire come se fosse una cosa reale, il che forse non è, e operare per la fondazione di essa”, qui e ora.
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