Cinquantenario del “Servizio Civile Universale”

Bruno Segre

Il 15 dicembre scorso è stata celebrata in Italia la “Giornata del Servizio Civile Universale” dedicata al tema della pace, fondamento di ogni azione rivolta al bene sociale in ogni tempo e luogo.

Il Servizio Civile nacque in Italia il 15 dicembre 1972 mediante la legge 772 con le “Norme in materia di obiezione di coscienza al servizio militare” che sancivano finalmente il diritto all’obiezione per motivi morali, religiosi e filosofici. Il Servizio Civile veniva proposto come sostituto del servizio militare a quell’epoca obbligatorio (lo fu sino al 2004, ultimo anno della leva obbligatoria).

Gli obiettori dovevano prestare un Servizio di 24 mesi, cioè il doppio rispetto a quello di leva. Nel 2001 esso venne definitivamente istituito come “Servizio Civile Nazionale” che nel 2017 diventerà “Universale” destinato ai giovani dai 18 ai 26 anni e aperto anche alle donne. Ora esso viene avviato dal Dipartimento per le politiche giovanili a sperimentazioni sul Servizio Civile digitale e su quello ambientale.

Attualmente i giovani volontari in Italia superano 1.200.000, numero destinato a salire per il bando di fine 2022, alimentato da fondi pubblici del PNRR. Ogni anno all’appello hanno risposto, negli ultimi tempi, oltre 100.000 giovani che vivono questo impegno come forma e strumento di cittadinanza attiva, solidale e pacifica. Ci si “arruola”, non più usando le armi, bensì servendo lo Stato, cioè la collettività mettendo in pratica i principi della nostra Costituzione nella vita di tutti i giorni in una serie di attività.

Sono lontani i tempi in cui il Servizio Civile era soltanto un’alternativa obbligatoria a quello militare previa una valutazione dell’aspirante obiettore da parte di psicologi e sacerdoti per accertare la reale motivazione della scelta di non trascorrere in caserma un anno della propria vita.

Oggi la scelta è volontaria e da questo trae la sua forza.


 

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