Pillola vagante (1)
Giacché mi trovo nella necessità di traslocare (per motivi troppo lunghi da spiegare, e poi questo non è mica un blog!) ho pensato di tramutare questa esperienza in tante più piccole Pillole “vaganti” (non come mine, ma come “che vagano” di qua e di là).
Ho quasi 57 anni e ho fatto 17 traslochi, 4 “di famiglia” e 13 miei personali. Più l’ultimo, quello che sta avvenendo in questo momento (e che è il 14°!!! Speriamo che il numero cabalistico porti bene!). Mi ritengo quindi una “esperta”, tanto che ho pensato di offrirmi come “organizzatrice di traslochi”, e non scherzo. Anzi, consideratemi da subito a disposizione!
Il trasloco è una palestra utilissima per praticare la semplicità volontaria, le cui “leggi” sono: la “tal” cosa “Mi serve davvero?” e, se sì, “Posso non comprarla?” In un trasloco le due regole/domande della semplicità volontaria sono le linee-guida per organizzarlo.
Per esempio: da dove cominciamo a imballare/incartare? Proprio dagli oggetti che non usiamo da almeno 3-6 mesi. Possiamo ragionevolmente pensare che non ci serviranno nei prossimi 3 mesi. Ma non solo. Quando li tiriamo fuori chiediamoci con sincerità se davvero ci servono, se davvero ci servono nella casa in cui stiamo andando (e anche se c’è spazio per essi, nella casa dove stiamo andando). Così ho fatto: ho cominciato a imballare alcuni grandi barattoli con tappo di sughero, ma non senza prima riempirli di piccole tazzine e/o piattini fragili, rigorosamente incartati: giacché devo trasportarli che almeno siano pieni no?
Nella prossima puntata: il frigorifero serve?
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